17.11.04 petali l' «Amaca» di Michele Serra dalla Repubblica di carta:
Quando in una colonnina di giornale ci sono una cinquantina di nomi per ogni paragrafo, i casi sono due: o sono le partecipazioni ai necrologi o e' un articolo sui nuovi entrati nella Margherita. Sono centinaia, di tutte le epoche e di tutte le inclinazioni politiche, di destra e di sinistra, cementificatori e ambientalisti, scapigliati e azzimati, giudici e imputati. C'e' Titti Parenti e c'e' Giusi La Ganga, c'e' Enrico Manca in rappresentanza della dinastia Ming e Sergio D'Antoni "con un incarico ufficiale" ancora da definire (responsabile dei dantoniani?).
Un tempo noto come partito dei prodiani, poi alla ribalta come partito dei prodiani antiprodiani e degli antiprodiani che fanno riferimento a Prodi, oggi la Margherita sta trovando la sua definitiva consacrazione come il piu' eclettico e multiculturale tra i partiti italiani. La stessa idea del "grande centro" impallidisce di fronte al collage di vite vissute (alcune molto vissute) che la Margherita e' riuscita a mettere insieme. Con la recentissima aggiunta del "petalo socialista" (ventesima o trentesima scaglia della diaspora post-craxiana), circa il novanta per cento delle famiglie politiche italiane, da Cavour ai nostri giorni, e' riunito sotto lo stesso tetto. Ogni risultato elettorale inferiore alla maggioranza assoluto sarebbe deludente.