17.12.02 ellissi Giuseppe De Rita sul Corsera, chiede ai procuratori generali, alla prossima apertura dell'anno giudiziario, di rispondere al (supposto) calo di fiducia dei cittadini nella magistratura offrendo risposte alle tre domande fondamentali, secondo l'autore, che da essi provengono: la terzietà, la professionalità e la serenità
a parte che il presupposto, il calo di fiducia, è tutt'altro che certo, almeno leggendo il qui già citato "Rapporto annuale sui cittadini e le istituzioni in Italia" a cura di Ilvo Diamanti pubblicato sul Venerdì di Repubblica qualche tempo fa, vorrei provare ad esaminare le tre richieste:
la terzietà: lasciando perdere il fatto che l'estensore si rivolge ai procuratori (parte) e non ai giudici (terzi), i cittadini italiani hanno avuto da sempre la convinzione che la giustizia fosse 'di parte', cioè dalla parte dei potenti, e dopo l'archiviazione della stagione di 'mani pulite' semplicemente l'hanno di nuovo, il resto del polverone lamentato da De Rita è stato sollevato e sapientemente alimentato dagli interessati, ma tocca poco o nulla i comuni mortali, i quali hanno comunque votato in massa i Berlusconi, i Previti, i Dell'Utri e via rimuovendo
la professionalità: anche facendo finta di non sapere che la professionalità, o meglio la mancanza di essa, è uno dei gravi problemi del nostro paese in ogni settore la cui soluzione non è certo devoluta solo o prevalentemente alla buona volontà dei singoli, mi pare di ricordare che mai nei discorsi di inaugurazione dei procuratori giudiziari sia mancato il forte richiamo alle carenze gravi degli uffici, in termini di strutture, personale e formazione, problemi ai quali non si vede come la magistratura da sola possa dare risposta e che sappiamo bene non hanno mai avuto concreta udienza politica
quanto alla serenità, appartenendo alla sfera delle sensazioni umane, è certo da auspicare e incoraggiare, magari dando un taglio alle indiscriminate accuse e ai quotidiani assalti all'indipendenza della magistratura, quest'ultima evidentemente, a parere di De Rita, unica cosa che agli italiani non interessa
la citazione: "Siamo un popolo di seri professionisti"
c'è da chiedersi se l'autore abbia mai avuto a che fare con un avvocato, un commercialista, un medico ecc., 'normali', cioè di quelli alla portata delle tasche di noi comuni mortali